Autorità Portuale di Civitavecchia sull’orlo del default. Le colpe di Di Majo: un anno di inerzia che costa 10 milioni

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ROMA – Non è certamente un momento positivo per il timoniere di Molo Vespucci. Francesco Maria di Majo deve fronteggiare adesso una situazione gravissima sotto il profilo finanziario.

A lanciare l’allarme sui conti dell’Autorità Portuale sarebbero stati direttamente i sindaci revisori dell’ente. E ancora una volta, a pesare come un macigno sulle casse dell’Authority sarebbe il contenzioso perso con Total Erg. Stando a voci circolanti negli ambienti portuali, a Molo Vespucci l’allarme sarebbe totale, visto che la questione sarebbe già all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tutto nascerebbe dalla decisione della Cassazione di rimandare al Consiglio di Stato, anziché al giudice tributario, il giudizio sulla legittimità o meno di raddoppiare la tassa di approdo sulla quale si è manifestata la dura opposizione di Total Erg. Adesso i legali dell’Autorità Portuale hanno chiesto la sospensiva, perché altrimenti la sentenza sarebbe diventata immediatamente esecutiva e Molo Vespucci avrebbe subito dovuto restituire alla società petrolifera una cifra variabile tra gli 8 e i 12 milioni di euro. Di qui l’allarme dei revisori dei conti, perché il fondo inserito nel bilancio dell’Autorità Portuale per far fronte al debito con Total Erg è di circa 4 milioni e qualora non venisse accolta la sospensiva rimarrebbe scoperta la differenza, una somma variabile tra i 4 e gli 8 milioni che metterebbe finanziariamente in ginocchio Molo Vespucci. A quanto sembra, al momento i responsabili amministrativi dell’ente hanno bloccato tutte le voci di uscita, cercando di mettere in salvaguardia i conti, nella speranza che, ottenendo la sospensiva, si possa mettere in campo un piano di accantonamenti almeno triennale. Altrimenti per l’Autorità Portuale si profilerebbe lo spettro del default. Non si capisce, peraltro, per quale motivo l’Authority non abbia in tutti questi mesi cercato un accordo con Total Erg che potesse ridurre il debito ed anche per quale ragione non ha comunque riproposto l’aumento dei canoni motivandolo adeguatamente, visto che il Consiglio di Stato aveva dato ragione alla società petrolifera solo per carenza di motivazione.

Il presidente Francesco Maria Di Majo anziché chiarire quanto effettivamente sia grave la situazione, dirama un comunicato stampa che in 30 anni di professione non avevamo mai letto: “invita” i giornali a non scrivere. “L’amministrazione – si legge nella sua dichiarazione – provvederà  a fornire informazioni in merito alla situazione dei contenziosi successivamente all’udienza davanti al Consiglio di Stato fissata il 5 aprile. Si ribadisce comunque che il vertice dell’AdSP insieme alla sua struttura, è da mesi al lavoro nell’esame di tutte le possibili opzioni volte ad assicurare l’integrità finanziaria dell’ente. Nel contempo – conclude Di Majo – chiediamo di non divulgare notizie prive di riscontro oggettivo che possano pregiudicare l’Autorità di Sistema Portuale in una fase conclusiva dei contenziosi che si trascinano da anni”.

Insomma, il manovratore non va disturbato. O meglio, non va risvegliato dal suo letargo. Forse abituato al silenzio delle vette austriache, l’avvocato Di Majo da quanto è arrivato a Civitavecchia infatti sapeva benissimo quale fosse la problematica principale da affrontare: ossia proprio il contenzioso con Total Erg. Il consigliere del ministro Delrio, quell’Ivano Russo a cui si devono gran parte dei casini della portualità italiana degli ultimi 3 anni, con nomine e scelte altamente improbabili che stanno determinando caos e problemi di ogni tipo sulle banchine italiane, pare che avesse avvisato il neo presidente: il dossier più delicato era proprio quello dei petrolieri.

Invece, in 5 trimestri di presidenza, Di Majo non è riuscito a rideterminare la tassa, con un nuovo decreto motivato adeguatamente come richiesto dal Consiglio di Stato.

In soldoni, secondo quanto stimato oggi da alcuni giornalisti tirrenici, trattandosi di un mancato (nuovo) aumento di circa 1 euro a tonnellata di prodotto (il petrolio raffinato di Total Erg e di Eni, ed il carbone per la centrale Enel di Civitavecchia), per un totale di 10 milioni di tonnellate, si tratterebbe di mancate entrate per l’Autorità Portuale, nel solo 2017, senza contare il primo trimestre 2018, di circa 10 milioni di euro.

Una cifra importante, pari a circa il 20% del bilancio corrente dell’Authority, che avrebbe consentito all’ente affidato a questo avvocato Di Majo di non trovarsi in una situazione di default tecnico e di poter negoziare con Total Erg un accordo per la restituzione dei soldi in seguito alle sentenze e per il futuro.

Invece, nulla di tutto questo: Di Majo è rimasto immobile, in attesa – lui che è un avvocato – a quanto pare di conferire un incarico di consulenza ad un altro legale per cercare una transazione. Non è chiaro per quale motivo l’incarico non è stato conferito, la questione è rimasta sospesa e ha fatto prima ad intervenire addirittura una sentenza della Suprema Corte, che ha stabilito la competenza del giudice amministrativo, anziché di quello tributario, infilando l’Autorità Portuale nella disastrosa posizione in cui si trova oggi: quella di non poter acquistare neppure un rotolo di carta igienica e di sperare che ad aprile i giudici di Palazzo Spada concedano una sospensiva che consenta di studiare un piano di rientro almeno triennale per salvare i conti dell’ente dall’evidente rischio a cui li ha sottoposti l’inerzia presidenziale dell’avvocato Di Majo nonostante gli alert del Ministero e non solo.

Nel frattempo, tra novembre 2017 e gennaio 2018 Total Erg è diventata Italiana Petroli.

Il 10 gennaio, infatti, Api, la società italiana di proprietà della famiglia Brachetti Peretti attiva nei settori della produzione e distribuzione di carburanti e prodotti petroliferi, ha perfezionato l’acquisto del 100% delle azioni di TotalErg S.p.A. in esecuzione dell’accordo vincolante siglato il 3 novembre 2017 con le società ERG S.p.A. e Total Marketing Services S.A.

TotalErg S.p.A è passata interamente sotto il controllo di api­, anonima petroli italiana S.p.A. acquisendo la denominazione di Italiana Petroli. Il nuovo consiglio di amministrazione di Italiana Petroli sarà presieduto da Ugo Brachetti Peretti, presidente di api – anonima petroli italiana S.p.A. L’Amministratore Delegato sarà Daniele Bandiera, AD di api.

L’acquisizione comprende le oltre 2.600 stazioni di servizio della rete di TotalErg, il polo logistico di Roma e il 25,16% della raffineria di Trecate (NO) e darà vita a un gruppo con oltre 5000 punti vendita su tutto il territorio nazionale.

Sorgente: Adsp sull’orlo del default | TRC Giornale




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